Un progetto che ha voluto portare dentro a un edificio di vecchia data, l’azzurro del cielo creando un vero e proprio ”spazio temporale”.

 

Un elemento captatore che cattura la luca e la distribuisce nei vari piani, come un albero all’interno dell’edificio dove al posto dei rami ci sono le rampe delle scale, che si avviluppano e si snodano sinuosamente in modo sempre diverso generando doppie altezze, slarghi, inquadrature e inaspettate vedute. Un’esperienza sempre nuova, che partendo dalla scala che porta all’interno, dall’interrato dal bar al piano terra, fino all’ultima scala rovescia in legno nel sottotetto, una carezza al cielo che simbolicamente e geometricamente forma un continuum ”spazio temporale’ senza interruzioni di continuità all’interno dell’edificio. L’uso dei diagrammi di luce in fase di progettazione ha permesso di capire e costruire spazi strutturanti come il vano centrale e spazi filtro con logge e balconi sul lato a monte necessari al nuovo uso abitativo. Una ridistribuzione volumetrica sul lato posteriore permette infatti di ricavare una teoria di terrazze gradonate verso l’alto. Costruita con profili quadrati in ferro trattato, declina in modo contemporaneo la lezione dei tradizionali balconi del luogo con elementi verticali e orizz0ntali (l’edificio prima dei lavori non presentava porticati e nessun balcone). Ora, sul fronte strada, a piano terra, due porticati aperti e coperti accolgono gli ospiti del bar e del negozio. Al piano terra troviamo il bar, con gli arredi in ferro trattato  in legno di rovere tagliato a sega, che si sviluppa nell’interrato, ed è visivamente collegato con lo spazio pubblico attraverso un oblò in ferro e vetro che lo collega all’atrio. Il bar è attraversato nella parte centrale da un asse geometrico e visivo che lo collega, in prossimità del bubbone della scala, con la strada in una soluzione di continuità ottenuta dalla sezione ridotta dei serramenti in ferro. Qui l’energia si sprigiona e parte un luogo fra strada e interno, fra sotto e sopra, fra terra e cielo, ricco di significato. Nell’atrio centrale si accede al negozio che si sviluppa al piano terra ed è collegato con il piano superiore con un dispositivo che è allo stesso tempo espositore e scala, anch’esso disegnato dall’architetto Valentini titolare dello studio X Architettura Atto d’Amore. Al primo piano si trovano uffici e poi appartamenti, fino al sottotetto dove si trova un loft con soppalco e vista sulla valle incantata, la Valle dei mocheni. La poetica dell’intervento racconta continuamente la dialettica tra nuovo e antico attraverso l’uso di materiali dove viene scandito in continuazione il senso del tempo e dello spazio. La facciata posteriore in pietra e calce viene parzialmente rivestita con ferro trattato che ne forma la nuova pelle fino a generare i telai e i ballatoi. Si voleva dare forza all’idea di tempo come stratificazione e compresenza di nuovo e vecchio mantenendoli distinti. Sia qui sia nella scala, vero e proprio elemento di elevazione non solo fisica ma anche spirituale, sia nell’interno edificio lo spazio viene tradotto dalla materia. Sono state scelte ”materie non materiali”. Prodotti che raccontano e rendono possibile leggere l’origine, tentando di costruire attraverso legno, ferro e cemento, luoghi archetipi che raccontano spazio e tempo, luoghi in cui ci si sente a casa, si abita, ci si sente nel mondo.

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