IL VERDE NELL’EDILIZIA:

NUOVA FRONTIERA DA COSTRUIRE

Giardini verticali, tetti verdi: tendenze che si stanno diffondendo per i comprovati vantaggi ecologici ed estetici. Ne è nato un promettente mercato che rischia però di risultare effimero se questa voglia di verde si dovesse rivelare moda passeggera.

 

Si è tutti alla ricerca di strade maestre per raggiungere l’obbiettivo di colorare di verde la città. Una potrebbe essere quella tracciata da Patrick Blanc, sessantenne biologo francese che per tutta la vita ha studiato le piante di varie parti del mondo; attento osservatore, si è soffermato in particolare sullo studio di esemplari di piante capaci di crescere sulla roccia. Ha notato che non è indispensabile la terra; basta dell’acqua e un supporto al quale aggrapparsi. Si è posto così un obbiettivo, quasi una missione: riportare la vita vegetale nelle  nostre città, anche là dove sembra impossibile, dove non c’è terra, nei meandri e negli interstizi urbani; pure nei luoghi più squallidi e soffocanti delle nostre città, sfruttando le superfici verticali.  Per arrivare a questo ha dovuto risolvere una serie di problemi, ricorrendo anche ad altre discipline, oltre alla botanica che è di sua competenza. La prima criticità è la forza delle radici, capaci di penetrare nel muro di supporto alla ricerca di acqua e sostanze nutritive, e di danneggiarlo seriamente. In base alle sue osservazioni sul comportamento delle piante Blac è giunto alla conclusione che approntando un sistema irrigazione frequente, regolare, con acqua contenente sostanze nutritive, le radici rimangono in superficie non sentendo il bisogno di penetrare in profondità per trovare nutrimento nel muro che fa loro da supporto. Patrick Blanc ha così messo a punto un ingegnoso sistema per far sopravvivere le piante appoggiate ad una parte verticale, anche senza terra, ma anche senza terra, ma anche senza un contenitore d’acqua. Ha ideato un vero e proprio impianto leggero (del peso massimo di 30 kg al metro quadro) costituito da quattro elementi: una base metallica portante, un telo in PVC, uno strato di cartonfeltro che consente di distribuire l’acqua su tutta la superficie e, ovviamente, le piante. Ogni muro verde ha un proprio sistema d’irrigazione automatico e la sua composizione vegetale è studiata per sfruttare al meglio la necessaria luce artificiale (nel caso di installazioni indoor e in luoghi bui) o naturale per i progetti ”en plein air”. Solo in casi rari questi giardini verticali richiedono interventi di potatura. Forte di questa soluzione, Blanc a partire dagli anni ’80 del secolo scorso si è dedicato a trasformare muri abbandonati e antiestetici in lussureggianti e artistici giardini verticali in varie città europee, oltre che a dar sfoggio del suo genio artistico per dare un tocco di freschezza ad ambienti già prestigiosi come il Caixa Forum di Madrid, il Museo Quai Branly a Parigi, il palazzo dell’Ambasciata di Francia a New Dehli, il Palazzo del parlamento di Bruxelles. I primi incarichi ufficiali di Patrick Blanc risalgono al 1986 con il muro vegetale per la Citè des Sciences et de l’industrie di Parigi, e con la facciata del Musèe du Quai Branley, realizzazioni che gli diedero subito fama internazionale. In questo trentennio ha realizzato altre duecento installazioni in tutto il mondo, arricchendole di nuove trovate estetiche e perfezionando la scelta delle specie botaniche da impiegare. E si è dedicato a mettere a punto pareti giardino, anche per l’interno di abitazioni, di edifici, di grandi complessi commerciali. Senza togliere merito a Blanc, già da secoli esistevano ed esistono pareti ricoperte di verde che probabilmente hanno ispirato il biologo francese nel suo lavoro. Vengono alla mente quelle magnifiche facciate o quei muri perimetrali ricoperti di rampicanti; uno splendido manto color verde in primavera e in estate, che in autunno si trasforma in leggiadro color oro, rosso, marrone…Lì non c’è la mano dell’uomo; è la Natura che è lasciata libera di impossessarsi di quel muro. Il rampicante affonda le sue radici nel terreno alla base della parete e sale, abbarbicandosi al muro. Blanc si è limitato ad osservare il comportamento della Natura in Europa ma soprattutto in altri Continenti con condizioni climatiche differenti dalle nostre dove per alcuni tipi di piante non è indispensabile la terra; basta dell’acqua e un supporto al quale aggrapparsi. E ha industrializzato questa scoperta.

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