articolo tratto dal l’economia del 9/12/2021
Il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050 e l’obiettivo intermedio del taglio del 55% delle emissioni di CO2 nel 2030 passano anche dalla riqualificazione energetica degli edifici, con nuovi standard che saranno proposti il 14 dicembre dalla Commissione Ue nella revisione della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia (Energy performance building directive, Epbd) che interessa gli edifici pubblici e privati. La nuova certificazione, come era stato anticipato dal Messaggero, diventa più stringente e sarà obbligatoria per gli edifici da costruire, da ristrutturare, in caso di vendita o di rinnovo dell’affitto. Vediamo nel dettaglio cosa cambia secondo l’ultima bozza — oltre 70 pagine — visionata dal Corriere, che deve però passare al vaglio ancora di due riunioni (giovedì c’è la discussione tra i gabinetti e lunedì quella dei capi di gabinetto) prima di arrivare sul tavolo del Collegio dei commissari il 14 dicembre per la sua adozione. Quindi sono ancora possibili cambiamenti. Il nuovo articolo 9, che stabilisce gli standard di rendimento degli edifici, prevede al comma 1 l’obbligo per gli Stati membri di assicurare che dal 2027 gli edifici pubblici appartengano alla classe F (quindi niente più G che è la peggiore) e dal 2030 dovranno salire di una altro gradino alla classe E. Gli edifici residenziali, case e appartamenti, dovranno rientrare almeno nella classe F dal primo gennaio 2030 e salire almeno alla classe E dal 2033.
Classe energetica G «fuori dal mercato»
Cambia, se la bozza viene confermata, anche la certificazione dell’efficienza energetica degli edifici. I nuovi articoli 16 e 17 rendono più stringente il livello di certificazione degli Stati membri: dal 31 dicembre 2025 il certificato dovrà seguire un modello (template) prestabilito europeo, mentre ora gli Stati membri hanno più discrezionalità nel redigere il modello. Sarà introdotto l’obbligo di rilasciare questo certificato per gli edifici e le case che vengono costruiti, venduti, ristrutturati o anche in caso di rinnovo del contratto d’affitto (finora era in caso di un nuovo contratto). Questo vuol dire che gli edifici con classe energetica G, la peggiore nella classifica del rendimento energetico, resteranno automaticamente fuori del mercato a meno che non passino di classe. Sono tuttavia previste delle esenzioni per gli edifici considerati storici, dedicati al culto, ufficialmente protetti o temporanei, oppure inferiori ai 50 metri quadrati.